Pagine

venerdì 10 giugno 2016

Olofonia: la magia del suono

Nella riproduzione sonora, la qualità dell'ascolto dipende anche dalla quantità di diffusori acustici che vengono utilizzati, ed allo stesso modo nella registrazione sonora il numero di microfoni ne determina l'accuratezza sonora risultante.


 Idealmente gli altoparlanti responsabili della propagazione delle note, dovrebbero essere infiniti, come lo dovrebbero essere i microfoni usati in fase di registrazione del suono.

In questo modo il suono sarebbe esattamente una riproduzione fedele al 100% rispetto al suono originale.

 Questo è il motivo per cui quando ascoltiamo un suono, un rumore o una composizione musicale, con un normale impianto Hi-Fi stereofonico, i suoni seppur di ottima qualità, appaiono in una certa misura irreali e, di fatto, è facile capire se il suono derivi da una fonte reale che lo sta producendo in quel momento, come un cantante o un musicista che stia suonando uno strumento, oppure se invece sia riprodotto.

 Quindi una riproduzione sonora perfetta prevederebbe una quantità infinita di microfoni disposti circolarmente attorno all'ascoltatore.

 Una tale soluzione sarebbe irrealizzabile, sia per un fattore puramente fisico di limitazione dello spazio, che per un fattore economico troppo gravoso!

 La tecnologia Olofonica prevede l'uso di un microfono particolare, il quale simula il funzionamento dell'orecchio umano, tenendo conto di come avviene la decodifica dei suoni a livello cerebrale.

 Questa è la ragione per cui l'ascoltatore riesce poi a ricostruire un'immagine sonora tridimensionale, proprio come con un ologramma per quanto riguarda la vista!