Cantante e musicista reggae, Bob Marley ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo della musica giamaicana, diventando una guida spirituale.
Negli anni Sessanta e Settanta del Novecento è riuscito a diffondere, tramite le sue canzoni, valori pacifisti e di riscatto dall’oppressione, raggiungendo tra la sua gente e nella comunità della musica pop lo status di poeta e musicista mistico.
Nato in Giamaica, nel 1945 Robert Marley alla fine degli anni
Cinquanta rimane affascinato dal soul, dal gospel e dal rhythm’n’blues americano.
Nel 1963 incide il primo singolo intitolato “Simmer down” e diventa subito un buon successo.
Dopo una breve parentesi negli Stati Uniti, Marley si avvicina al rastafarianesimo, una dottrina religiosa giamaicana che predica il ritorno di tutti i neri sparsi per il mondo a una terra promessa in Africa sotto la guida di un messia.
Questo profondo interesse determina una svolta decisiva anche nel suo approccio alla musica e alla vita quotidiana, lasciando il passo ad una musica più dinamica e ballabile, il reggae, fino a riscuotere un successo internazionale, anche grazie a una tournée negli Stati Uniti compiuta insieme a Bruce Springsteen.
Un altro album importante al quale Bob Marley lavora contiene il celebre brano “No woman, no cry”, un grido consolatorio dal ghetto di Kingstone.
L’artista decide di organizzare nel 1976 un concerto gratuito, ma pochi giorni prima dell’esibizione Marley e la moglie vengono assaliti nel loro appartamento e feriti a colpi di arma da fuoco.
Questo incidente non impedisce al cantante di esibirsi ugualmente al concerto.
Marley per evitare altri attentati, si stabilisce a Londra, dove inizia a lavorare all’album Exodus, il suo maggiore successo, inviando messaggi d'amore.
Lo stesso messaggio di amore e armonia verrà portato avanti con l'album Kaya island, del 1978 (il significato di “Kaya” nella cultura rastafari significa “marijuana”).
Bob Marley muore l’11 maggio del 1981 all’età di 36 anni e il suo corpo viene sepolto nella sua terra di origine, la Giamaica.
IL RAPPORTO DI BOB MARLEY CON LA MARIJUANA
Una delle immagini più iconiche per tutti i consumatori di Cannabis è la copertina di Catch A Fire, del 1973, dove si vede un giovane Bob intento a fumare una grande canna.
Questo non solo rappresenta lo spirito ribelle di Bob, ma sottolinea anche la sua profonda connessione con la Cannabis.
I rasta chiamano la Cannabis "ganja" e la consumano regolarmente, fumandola, ingerendola o aggiungendola a bevande e alimenti. Alcuni rasta sostengono che la ganja dovrebbe essere usata esclusivamente per fini religiosi, spirituali e meditativi, altri invece ne fanno un uso ricreativo.
Bob Marley si convertì al rastafarianesimo nel 1966 e in pochi anni divenne fermo sostenitore delle proprietà benefiche dell'erba. Per lui l'erba era molto di più di una droga capace di rendere curiosi ed affamati; la Cannabis era una sostanza potente capace di aprire la mente stimolando la meditazione.
In una famosa intervista, Bob Marley sintetizza in poche parole la sua opinione sulla marijuana:
"Quando fumi erba conosci meglio te stesso. Tutte le tue debolezze e le tue nefandezze sono rivelate dall'erba che ti dà un'immagine più limpida della tua coscienza, perché l'erba ti fa meditare.
È una cosa naturale che cresce come un albero."
La sua famiglia sta ancora lavorando attivamente per portare avanti i messaggi di Bob sulla Cannabis.
Nel mese di novembre del 2014, la famiglia Marley si è unita ad una società privata per lanciare uno dei primi marchi di marijuana venduti in commercio.
Le droghe leggere o pesanti che siano fanno male sia alla mente che al corpo!