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mercoledì 7 ottobre 2015

Olofonia approfondimento: Le origini del jazz

Tutto ebbe inizio a New Orleans, a Congo Square nel 1918, luogo dove gli schiavi si riunivano il giorno di domenica quando non devono lavorare. In questi ritrovi cantavano le canzoni originarie dei loro paesi.

Musiche delle Indie Occidentali e Caraibiche, mescolate con ritmi Africani e con melodie di Chiesa tipiche degli Stati Uniti.

 Dopo la guerra (1865) tutti questi stili si fusero in un unico genere molto ballabile chiamato Regtime.


 Contemporaneamente si diffonde il genere Blues, portato da ex-schiavi provenienti da varie parti del Sudamerica, composto di musiche realizzate con strumenti come le trombe e tromboni.

 Dalla fusione successiva del Regtime e del Blues (1890) emerge un genere nuovo e accattivante: il JAZZ. Buddy Bolden, un cantante e musicista afro-americano chiamato "il primo uomo di jazz" è considerato appunto il primo vero musicista Jazz.


 Nel febbraio del 1917 a New Orleans, un musicista italiano chiamato Nick La Rocca, incideva il primo disco al mondo nella storia del jazz. Molte altre leggende del jazz afro-americano salirono alla popolarità agli inizi del 1900, come i musicisti neri: Bunk Johnson, Mutt Carey e Joe "King" Oliver, ma anche musicisti di origini bianche come: Sidney Bechet, Freddie Keppard e Jelly Roll Morton.

 La figura più importante per il futuro del jazz fu il grande trombettista e cornettista Louis Armstrong, il cui talento innegabile lo salvò dal violento quartiere di New Orleans dove abitava.


 Con forti radici nella tradizione dell'improvvisazione, il jazz continua ad evolversi, unendo stili appartenenti alla musica da ballo latino, alla musica classica orientale e praticamente con ogni altra forma musicale con la quale viene a contatto.

 E questo “improvvisare” è ciò che più caratterizza la storia del Jazz, fin dalla sua nascita in quel di New Orleans.